Il DitoPenna: un' innovazione semplice ma geniale pensata per scrivere a mano sui display touch

Una nuova postura pensata per rendere più agevole la scrittura. Ne parla il Professor Domenico Pratichizzo spiegando anche le ragioni che lo hanno portato a concentrarsi su questo studio nel laboratorio di Siena Robotics and System

Il DitoPenna: un' innovazione semplice ma geniale pensata per scrivere a mano sui display touch
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6 Marzo 2022 - 12.16


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di Agostino Forgione

Nel laboratorio di Siena Robotics and System (SIRSLab) allo studio delle mani è stata sempre riservata una particolare attenzione. Parte da questa considerazione il professor Domenico Prattichizzo nel parlarci del suo ultimo articolo riguardante il DitoPenna, pubblicato su Nature Scientific Reportscon con il titolo “Analysis of postures for handwriting on touch screens without using tools” in collaborazione con Sara Marullo, Maria Pozzi e Monica Malvezzi. Conversiamo col responsabile del laboratorio, che è anche Ordinario al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Scienze Matematiche dell’Università di Siena, sul suo ultimo studio. Sono le mani a qualificarci come esseri umani, ad accompagnarci nel nostro percorso evolutivo: da quando eravamo cacciatori-raccoglitori fino a oggi. Mani, dunque, che si reinventano assieme a noi e alle nostre nuove pratiche come, ad esempio, quella della dattiloscrittura su superfici dotate di touchscreen. Il DitoPenna permette di scrivere a mano sui display touch, afferrando il proprio indice tra il pollice e il medio, ottenendo una postura che ha una precisione di scrittura paragonabile a quella raggiungibile utilizzando un’apposita penna.

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Domenico Prattichizzo ragiona a voce alta proprio sul processo creativo che ha portato all’ideazione della postura dito-penna: “Mi sono chiesto se fosse possibile trovare un’altra postura della mano, se fosse possibile riorganizzare i nostri schemi motori per ottenere una scrittura paragonabile a quella ottenibile con una penna ma senza ricorrere a uno strumento artificiale”. Poi rammenta come sia arrivato all’idea di lavorare al DitoPenna: “Arrivò nel corso di una notte. Erano le quattro. Mi alzai e accesi il tablet. Mia figlia era ancora piccola e accanto avevo il suo fasciatoio. Poggiai il tablet proprio su quel fasciatoio, misi la mano nella postura DitoPenna, afferrando dunque il dito indice tra il pollice e il medio, e iniziai a scrivere, ritrovando le stesse modalità che usavo con la penna. Ne fui entusiasta: mi resi conto che potevamo chiedere al nostro corpo di riorganizzarsi in posture motorie, più complesse di quelle che tipicamente utilizziamo, proprio al fine di migliorare le prestazioni dell’atto motorio stesso. In questo caso si trattava di scrivere, e l’organizzazione sensorimotoria che chiediamo al nostro corpo con il dito-penna è più complessa rispetto all’uso del solo indice per scrivere, prevedendo una combinazione di tre dita nel singolo atto della scrittura”.

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Ciò che infatti rende la scrittura con una penna più precisa rispetto allo scrivere con il singolo indice è che afferriamo la penna con tre dita, esercitando un maggiore controllo motorio sulla punta della stessa. Ma stringendo il dito indice tra pollice e medio, proprio come se fosse una penna, è possibile ottenere una precisione di scrittura equiparabile a quest’ultima. All’idea iniziale ha fatto seguito un’attenta elaborazione, come spiega Domenico Prattichizzo: “Abbiamo cominciato a mettere in piedi un impianto analitico, metodologico basato sulla biomeccanica della mano che ci permettesse di fare uno studio di tipo quantitativo verificando che la scrittura con il DitoPenna è molto simile in termini di prestazioni a quella con la penna artificiale, ma con il grande vantaggio di non doverne utilizzare una. Lo studio ha coinvolto tanti soggetti, reclutati anche attraverso la rete, e mostra l’abilità dei soggetti testati nello scrivere con il DitoPenna, con risultati simili a quelli ottenibili con una penna artificiale“.

Quella del DitoPenna rappresenta dunque un’innovazione geniale proprio in ragione della sua apparente semplicità, ma che potenzialmente potrebbe cambiare radicalmente la quotidianità di tante persone. Basti pensare a tutti quei casi, come ad esempio l’uso delle LIM nelle classi delle scuole italiane, in cui potrebbe non essere più necessario ricorrere a un pennino per ottenere una scrittura precisa ed efficiente, con tutti gli indubbi vantaggi che ciò comporta. Solo il tempo potrà dirci se e come il DitoPenna entrerà nella nostra quotidianità, ma le credenziali per parlare fin da ora di una potenziale “piccola” rivoluzione ci sono tutte. 

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