Caso Sinner-Clostebol: fiumi di polemiche

La decisione della Wada di fermare per soli 3 mesi il leader del ranking Atp ha fatto molto discutere.

Caso Sinner-Clostebol: fiumi di polemiche
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21 Febbraio 2025 - 19.20


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di Gabriele Bisconti

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Tutti contro Jannik Sinner. Ma stavolta le vittorie in campo non c’entrano. Infatti, negli ultimi giorni, tra frecciatine sui social, interviste al vetriolo e accuse gratuite, si è creata una vera e propria tempesta mediatica intorno a Sinner e alla Wada a causa dell’accordo stipulato nelle scorse settimane fra lo stesso n.1 del mondo e l’Agenzia Mondiale Anti-Doping per chiudere il caso Clostebol a fronte di 3 mesi di squalifica.

Tra le figure più illustri del mondo della racchetta che hanno voluto dire la loro opinione sull’intricata situazione con protagonista il tennista azzurro c’è stata la n.2 del mondo Aryna Sabalenka che, nel corso di un’intervista rilasciata durante il torneo di Doha, si è così espressa: “Se prima non mi importava di lasciare il bicchiere d’acqua per andare al bagno al ristorante ora non bevo più dallo stesso bicchiere”. E ha continuato la tennista bielorussa: “Se qualcuno usa una crema e tu risulti positiva nessuno ti crederà e tutti ti attaccheranno. Sono spaventata dal sistema”, ha concluso la detentrice di 2 Slam.

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A farle eco è stata Jessica Pegula, n.5 del ranking WTA, che ha esclamato: “I casi di due campionissimi come Iga Swiatek e Jannik Sinner hanno dimostrato che l’intero sistema deve essere riconsiderato e rivisto, perché credo che nessuno si fidi del sistema attuale”.

Tuttavia, è dal lato maschile del Circus che sono arrivate le “bordate” più dure, a cominciare da Daniil Medvedev che, un po’ seccato, ha tuonato: “Potremmo parlare di ciò che è successo per ore. Di certo spero che nelle prossime occasioni possa succedere lo stesso, che sia un precedente”. E ha aggiunto il tennista russo: “Mi auguro, visto che ci sono di mezzo gli avvocati, che tutti abbiano il diritto di rappresentarsi. Sarebbe un brutto segnale se venisse permesso solo a lui”, ha concluso Medvedev.

Contro Sinner e la Wada si è poi schierata anche l’Associazione dei Tennisti Professionisti (Ptpa) fondata da Novak Djokovic che, attraverso un lungo comunicato pubblicato sui suoi canali social, ha dichiarato: “Non importa per chi va il tuo tifo, diverse cose sono chiare. Il sistema non è un sistema, è un club.  E ancora:” La mancanza di trasparenza, di coerenza e di credibilità da parte delle organizzazioni governative incaricate della regolamentazione del nostro sport e dei nostri atleti è inaccettabile. C’è bisogno di un cambiamento e lo faremo”, ha chiosato la Ptpa.

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Dalla parte di Sinner si è invece schierato Adriano Panatta che, nel corso della trasmissione televisiva Rai La Domenica Sportiva, si è così espresso: “Quella di Sinner è la scelta più pratica. Salterà qualche torneo ma i più importanti come Roma, Wimbledon e Roland Garros potrà giocarli”.

E ha continuato ancora il protagonista principe della vittoria nella Coppa Davis del ’76: “Tre mesi non sono un dramma. La Wada ha voluto imporsi per dire noi esistiamo, ma ha sempre detto che Sinner non c’entrava niente”, ha concluso Panatta.

Insomma, in attesa di rivedere Sinner in campo il più presto possibile, l’augurio di tutti è che d’ora in poi la Wada adotti sempre lo stesso metro di giudizio nelle situazioni uguali o simili a quella che ha visto coinvolto il n.1 del mondo, per riacquistare credibilità agli occhi dei milioni di tifosi amanti del tennis ed evitare polemiche che possono danneggiare l’immagine e la carriera degli atleti. 

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