«Dobbiamo potenziare le nostre azioni per proteggere la biodiversità e ridurre l’impatto del cambiamento climatico, perché danneggia anche il patrimonio culturale».
Lo dice la direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, nell’intervento alla tre giorni organizzata a Napoli.
«Dobbiamo proteggere meglio il patrimonio culturale dal turismo di massa e dalla pressione urbana – aggiunge – che può danneggiare la biodiversità e il sito stesso, privando non solo la popolazione del suo diritto di godere della cultura, ma anche dell’identità stessa, di quello spirito che vogliamo proteggere».
Per Azoulay occorre «adottare un approccio di lungo termine» e, per questo, l’Unesco «lavora con i suoi partner per cambiare il modo in cui i visitatori scoprono i nuovi siti, incoraggiando il cosiddetto slow tourism e proteggendo il patrimonio culturale in una prospettiva di lungo termine».
Al centro della call for action sottoscritta al termine dell’evento, c’è l’idea di «ripensare il nostro approccio alla protezione di ogni tipo di patrimonio culturale, integrando la prospettiva della protezione e ponendo le popolazioni, la società civile e le popolazioni indigene al cuore di tutte le nostre azioni».