Musica popolare live: crescita record fatta di luci ed ombre

Solo nel 2024 ci sono stati 24 milioni di spettatori.

Musica popolare live: crescita record fatta di luci ed ombre
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8 Ottobre 2025 - 19.54


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La musica popolare dal vivo, i concerti, è un settore che piace molto agli italiani. Lo dimostra il fatto che, dopo lo stop dovuto al Covid, continua a essere un mercato florido e in costante crescita. Tuttavia, non mancano le lacune, soprattutto quelle legate alle strutture, non sempre all’avanguardia. In Italia, infatti, ci sono solo tre palazzetti a Milano, Torino e Bologna, con una capienza superiore ai 10.000 spettatori. Roma si ferma a 7.000, mentre Napoli non ne ha nemmeno uno.

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Questi difetti sono stati evidenziati anche a livello governativo: nella capitale, al Ministero della Cultura, il problema è stato affrontato durante il convegno “La Canzone Popolare Live. Dati e Prospettive”, seconda edizione dell’incontro promosso da AssoConcerti, che raggruppa i principali organizzatori e produttori di musica dal vivo, con il patrocinio del Mic.

Il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi ha parlato di un “indotto complessivo, generato da concerti e festival di musica popolare nel 2024, che ammonta a circa 4,5 miliardi di euro”, secondo quanto emerge dallo studio commissionato da AssoConcerti. Dati che rendono la musica popolare “una delle principali industrie culturali del Paese”. La musica popolare, infatti, va ben oltre l’intrattenimento: ha un impatto anche sul piano economico, con ricadute sul territorio che coinvolgono più settori, come hotel, ristoranti e trasporti.

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Secondo i dati SIAE, nel 2024 i concerti pop e rock sono stati quasi 29.000, pari al 59% del totale degli spettacoli dal vivo, attirando la quasi totalità del pubblico e quindi degli introiti. Gli spettatori sono stati circa 24 milioni, per una spesa complessiva di 900 milioni di euro. Le imprese associate ad AssoConcerti hanno organizzato 1.840 concerti, richiamando 8,4 milioni di spettatori e generando oltre 519 milioni di euro di spesa, ovvero il 58% del totale.

Lo studio realizzato da AssoConcerti sul valore della musica dal vivo ha analizzato oltre 20.000 interviste, prendendo in considerazione alcuni tra i principali eventi dell’estate. È emerso che Milano continua a dominare con circa 400 milioni di indotto, mentre Roma ha generato oltre 170 milioni, grazie soprattutto ai live di Coldplay e David Gilmour. Il Lucca Summer Festival si conferma un modello vincente di turismo culturale, con un indotto che supera i 77 milioni di euro. Anche il festival La Prima Estate, al Lido di Camaiore (Toscana), ha registrato un buon successo con oltre 7,5 milioni di euro, un risultato notevole per una località di medie dimensioni. A Napoli, invece, i concerti di Gigi D’Alessio hanno generato quasi 18 milioni di euro.

Ma ci sono anche problematicità. “Il settore leva strategica per l’economia nazionale affronta ancora diverse criticità”, ha spiegato il presidente di AssoConcerti Bruno Sconocchia, “tra cui i divari territoriali (con il Nord-Ovest che domina per numeri e indotto il 31% della spesa si registra in Lombardia e il Sud fanalino di coda), la forte stagionalità con picchi tra metà giugno e metà settembre, l’aumento dei costi e gli ostacoli burocratici. Inoltre, pesa ancora un pregiudizio culturale secondo cui esiste musica ‘colta’ e musica ‘leggera’. Per questo AssoConcerti chiede alle istituzioni un riconoscimento sostanziale, attraverso cui promuovere una politica industriale”.

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AssoConcerti sollecita una rapida approvazione del Codice dello Spettacolo e l’introduzione di provvedimenti a sostegno del settore. Come un fondo per la produzione di tournée di artisti italiani, con l’obiettivo di promuovere la cultura musicale nazionale anche all’estero. Investendo al contempo in infrastrutture moderne e dando più spazio al Sud Italia.

Per il presidente dell’Agis, Francesco Giambrone, “alla musica popolare contemporanea è andata anche peggio della danza. Dobbiamo superare il pregiudizio secondo cui il comparto non debba essere sostenuto dallo Stato. Non esistono solo i grandi eventi”. Questi ultimi, quelli con oltre 10.000 spettatori, rappresentano solo lo 0,69% del totale degli eventi (269 live), ma incassano il 44% dei ricavi complessivi (e l’80% è organizzato dalle imprese associate ad AssoConcerti). Al contrario, sono quasi 35.000 (34.809) gli spettacoli che non superano i 1.000 spettatori e i 4.000 euro di incasso.

Nonostante ciò, la politica sembra voler risollevare la situazione. Diversi senatori si sono detti pronti a intervenire per affrontare le criticità del mondo dello spettacolo dal vivo. Alla tavola rotonda hanno partecipato Paolo Marcheschi (FdI), Cecilia D’Elia (Pd), Luca Pirondini (M5s) e Dafne Musolino (IV-C-RE). Il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, ha inoltre sottolineato che è in discussione una proposta per la detrazione dei consumi culturali.

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Durante il convegno si è parlato anche del ruolo che potrebbe avere l’intelligenza artificiale nel mondo dei live. Nel frattempo, i dati del 2025 confermano un trend ancora positivo.

La musica popolare dal vivo si conferma quindi un pilastro non solo culturale, ma anche economico per l’Italia. Crescono pubblico e indotto, ma il settore ha ancora bisogno di infrastrutture moderne e di un sostegno politico concreto per superare i divari territoriali. Solo così il boom dei concerti potrà trasformarsi in uno sviluppo stabile e duraturo per l’intero Paese.

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