di Arianna Scarselli
È diventato operativo il sistema di tracciamento pubblico della Flotilla, strumento fondamentale per restare visibili agli occhi di tutto il mondo. Il detto “l’unione fa la forza” è quanto mai calzante, dato che l’alto numero di imbarcazioni presenti nei prossimi giorni sarà un modo per proteggersi dalle possibili azioni di sabotaggio da parte di Israele. Un’azione violenta non passerebbe infatti inosservata e sarebbe immediatamente diffusa tramite i media.
Occorre tuttavia puntualizzare che nel corso degli anni sono stati molti gli episodi di violazione del diritto internazionale commessi impunemente da Israele. Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), siglata a Montego Bay nel 1982, in acque internazionali vige il principio della libertà di navigazione. Per tale convenzione, che tutt’ora Israele rifiuta di ratificare, quest’ultimo non potrebbe intervenire in alcun modo su una nave straniera e non potrebbe neanche impedirne la navigazione. Quel che è certo è che finora ha completamente ignorato queste leggi. Nel frattempo ieri in tutto il mondo le persone sono scese nelle strade e nelle piazze per manifestare il loro supporto alla Palestina e alla Flotilla. I governi, fatta eccezione di quello colombiano, continuano a tacere.
“Giorgia Meloni dice che verranno date tutte le garanzie di sicurezza agli attivisti e ai politici della Global Sumud Flotilla in rotta per Gaza. – ha commentato la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati Francesca Albanese in merito alla risposta della premier alla lettera di Schlein – E che vuol dire? I giornalisti hanno chiesto cosa vuol dire in pratica? Io se fossi giornalista l’avrei chiesto. Cosa vuol dire in pratica? La prima protezione che un governo dovrebbe dare è di inviare navi per rompere l’assedio. È un obbligo legale per prevenire il genocidio. C’è già un’incoerenza nel dire che daremo assistenza agli attivisti: la prima maniera per proteggerli è di non mandare i civili a rompere l’assedio e assumersi gli obblighi costituzionali che derivano dai trattati internazionali e mandare le proprie navi a rompere l’assedio”.
Nel frattempo oggi su una spiaggia di Gaza è comparsa una scultura effimera dell’artista palestinese Yazid Abujaras che celebra la missione di pace. Un gigantesco “Welcome Global Sumud Flotilla”, realizzato in bassorilievo con la sabbia, che si presenta come grido di speranza, pronto ad accogliere gli attivisti.
