La musica influenza il nostro cervello. Non solo nell’immediato, con la scelta del brano che più ci piace. L’effetto che produce quella canzone, nel legame tra la musica e il testo, è a medio e lungo termine. Ci segue nel tempo, diventando una sorta di totem che segnala la nascita o la fine di un amore, l’affermarsi di un’amicizia o un semplice mal di pancia per un inaspettato problema familiare. Lo spiega bene, nel suo articolo, Maurizio Bettini. Lo spiegherebbero ancora meglio- se chiamati in causa- i neurologi i quali conoscono ormai alla perfezione, quali sono i meccanismi attraverso i quali la musica attiva quelle aree che chiamano limbiche, quelle ciò che determinano i nostri comportamenti, specie quelli impulsivi. Abbiamo voluto condurre un piccolo test, proprio in occasione del Festival di Sanremo, che è una sorta di torta sulla quale ronzano come vespe golose le emozioni e i ricordi del passato. Un gruppo di amici si è prestato al gioco: qual è la canzone che più ricordi di Sanremo? Cosa ti ricorda quel brano e quali sensazioni ti ha suscitato allora? In questa rubrica su Sanremo troverete quindi i ricordi degli amici che si sono prestati al gioco. Noi (Manuela Ballo, Marcello Cecconi e Francesco Tunda) abbiamo raccolto le testimonianze e cercato di attenerci il più possibile a ciò che ci hanno raccontato della canzone scelta e delle emozioni in loro suscitate.
Ride e come se parlasse fra sé e sé … “Come si chiamava quella canzone? …sì la cantava … vinse anche il Festival… ecco, si, era Alice, la cantante”. Lo aiutiamo a ricordarne il titolo: “Per Elisa”? Lui per dimostrare di essere sulla strada giusta intona una strofa della canzone con l’improbabile tono rauco classico di Alice: Per Elisa paghi sempre tu/ e non ti lamenti! Stefano Natali, assicuratore 56enne di Montecatini Terme ha attivato i ricordi pescando nell’adolescenza quando il “particolare ricordo sanremese” ha lasciato il segno. Subito però ci tiene a rivelare che il vero colpo su di lui, più della canzone, lo aveva fatto proprio lei, Alice. E figuriamoci quando seppe che la cantante, con la sua “selvaggia bellezza” si sarebbe materializzata in carne e ossa pochi mesi dopo la vittoria al Festival (1981), proprio a Montecatini Terme per una serata al Teatro Verdi.
Alice canta “Per Elisa”
Alice non poteva che soggiornare nell’Hotel, di proprietà dello stesso titolare del Teatro, dove lui, sedicenne, lavorava in portineria come studente stagista del locale Istituto Alberghiero. Il sogno di un incontro ravvicinato si poteva concretizzare. Quando Alice arrivò, Stefano con uno stratagemma si sostituì al cameriere, prese l’ascensore, trafelato e con il cuore in gola, arrivò di fronte alla stanza della cantante; bussò, e lei gli aprì con un sorriso mostrandosi in tutta la sua “selvaggia bellezza” appena nascosta da un licenzioso accappatoio. “Ecco signora!”. Queste le sole parole tremanti che ebbe il coraggio di pronunciare mentre posava il vassoio dell’aperitivo e, in un battibaleno, alzava i tacchi.
Rubrica a cura di Manuela Ballo, Marcello Cecconi, Francesco Tunda