Da Pirandello a Camilleri, tanti sono i protagonisti della strada statale 640 (Agrigento-Caltanissetta) o Strada degli Scrittori: l’itinerario turistico-culturale nato dietro l’idea dello stesso Cavallaro, oggi anche direttore dell’omonima associazione, che ripercorre i passi dei grandi nomi della letteratura attivi in Sicilia. Negli ultimi giorni però il percorso è finito sotto i riflettori per un triste episodio: i nuovi cartelli stradali contengono infatti diversi errori grammaticali come “Valle di Templi” e “Contrata Caos”.
Ironia della sorte è proprio Agrigento ad essere Capitale italiana della Cultura 2025. Per Cavallaro l’errore “potrebbe essere considerato un singolo episodio estraneo ad eventi e progetti di ‘Agrigento Capitale'”.
“I cartelli stradali collocati con qualche evidente errore di grammatica sono una mazzata su un impegnativo lavoro per scuotere un pezzo di Sicilia da un sonno antico, anche con seminari e master organizzati per dieci anni con Treccani”. Continua Cavallaro. “L’approssimazione adesso ci travolge, pur senza alcuna nostra responsabilità, con un danno di immagine che ricade addosso a quanti provano ad accendere l’attenzione di viaggiatori consapevoli lungo i luoghi dei grandi autori all’opera attorno ai Templi. Un po’ tutti rischiano così di scivolare sui titoli di siti e giornali che non distinguono fra responsabili e vittime, in qualche caso ignorando l’impegno di un’associazione che mobilita da diversi lustri forze sane in piccoli e grandi centri su cultura e legalità. Stiamo parlando di una strada che collega due province. E di una denominazione arrivata molto tempo dopo la nascita dell’associazione animata da studenti, giovani lettori, appassionati, docenti universitari, sempre pronti a dare una mano, ma a volte ignorati quando si prendono decisioni operative”.
Gli ultimi eventi hanno fornito nuova benzina a chi di satira e ironia campa ma hanno anche scatenato commenti razzisti e di odio ingiustificato sui social che fanno riflettere su quanto poco basti per liberare la parte più becera che è in noi.