Questa è una delle esercitazioni svolte dalle studentesse e dagli studenti che stanno frequentando il Laboratorio di giornalismo, tenuto dal Professore Maurizio Boldrini. Sono da considerarsi, per l’appunto, come esercitazioni e non come veri articoli.
di Denise Botocan
Il diavolo veste Prada è una commedia drammatica ambientata nel mondo della moda. È un film diretto da David Frankel. È una storia in cui una giovane donna ambiziosa e lussuose industrie della moda sono rappresentati attraverso un mondo intricato di sacrifici. Uno dei personaggi del film è Miranda Priestly, direttrice dell’illustre rivista di moda Runway. Un’altra figura invece è Andy, un’assistente giovane ma di talento che accetta di lavorare per Miranda, interpretata da Anne Hathaway. Il film ha una storia che rivela la triste realtà della bellezza. Andy non cade in questo mondo perché ci è affascinata, tuttavia durante l’evoluzione rappresentata nel film dovrà fare i conti con la propria identità e con i propri valori, spesso rimettendo in discussione quello che considerava importante.
Meryl Streep fa una straordinaria interpretazione del suo personaggio, rendendo Miranda una figura autoritaria e complessa, e allo stesso tempo evidenziando anche il potere femminile nella leadership. Miranda è un personaggio molto forte e la sua rappresentazione scenica la rende ancora più evidente; il suo essere fredda e tagliente maiuscola la rende a memoria in ogni sua apparizione. La Streep è stata capace di comunicare non solo il lato tirannico della signora della moda, ma anche la complessa donna. Anne Hathaway è convincente nel suo ruolo, tanto da spingere lo spettatore a riflettere su quanto siamo disposti a fare, dare e persino cambiare per arrivare ai propri obiettivi. Infine, c’è Emily Blunt che, con la sua vena comica e il suo tocco di umanità, completa il cast perfettamente.
Dal punto di vista della fotografia, è un film che si distingue molto per la sua eleganza e i suoi colori. I costumi, curati da Patricia Field, diventano una sorta di linguaggio narrativo che racconta l’evoluzione di Andy. La costumista ha contribuito a rendere iconici molti degli outfit indossati nel film. Gli abiti non sono semplici dettagli estetici, ma raccontano una storia: Andy passa da outfit poco curati a look sofisticati che riflettono la sua trasformazione interiore.
Tuttavia, la pellicola non si limita solo a questo. Infatti, parla anche di alcuni temi fondamentali come la difficoltà di bilanciare carriera e vita personale o il giudizio riservato alle donne nelle posizioni di potere. Il personaggio di Miranda Priestly sconvolge moltissimi pregiudizi: in un contesto stereotipico aziendale dominato dagli uomini se una donna forte e autoritaria entra in scena, è spesso giudicata in maniera più negativa di quanto non lo sia un uomo in una tale posizione. Questo aspetto del film invita a riflettere sul come l’ambizione venga vista nelle donne ed il modo in cui queste debbano lottare di più degli uomini.
Un altro aspetto importante del film è la colonna sonora. I diversi brani che caratterizzano le varie scene, dalla musica pop a quella rock, aiutano a delineare l’atmosfera di eleganza e movimento del film. Suddenly I See di KT Tunstall e altre canzoni simili a questa sono state associate a questo film in modo tempestivo e ora tutti riconoscono il film per queste canzoni.
Inoltre, fornisce degli spunti di riflessione, ad esempio: quanto valore diamo alle apparenze? Cosa e quanto siamo disposti a sacrificare per ottenere il successo? Denaro e status sociale non sono più per Andy una priorità, a differenza di quando si presentò al colloquio per il lavoro che fece all’inizio del film, e la sua percezione del mondo e in genere di sé stessa ha notevolmente subito una evoluzione.
Per concludere, Anche a distanza di anni dalla sua uscita, il film è sempre considerato un riferimento nell’ambito della cinematografia moderna. Anche se il film è ambientato in un determinato contesto, le sue tematiche ci sono sempre e sono attuali. Il diavolo veste Prada è un culto che non ha smesso di fare moda. Un film che, in aggiunta a essere un buon intrattenimento, pone delle serie questioni sulla necessaria partizione tra tempo nella vita privata e lavorativa. È un film che sa intrattenere con una certa ironia ed eleganza. Non solo ci affaccia al mondo della moda, ma ci spinge a riflettere sulle scelte che facciamo e che poi andranno a definire chi siamo. È un classico che fa divertire e contemporaneamente lascia il pubblico con domande sulla propria identità, carriera e relazioni.
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