Affascinante e avvolta nel mistero, la corona aurea proveniente dalla necropoli etrusca di Belora, situata nella provincia di Pisa, verrà finalmente esposta al pubblico per la prima volta il prossimo 8 marzo. Ricomposta integralmente, sarà visibile nel nuovo C’Era-Centro Espositivo Riparbella Antica, il museo che si inaugura con una selezione di circa 50 reperti. Il prezioso oggetto, risalente all’epoca ellenistica, è stato acquisito dalla Soprintendenza di Pisa nel 1986.
Il ritrovamento non avvenne durante uno scavo programmato (il sito archeologico è conosciuto fin dal XVIII secolo), ma fu un caso fortuito a Belora, antico centro etrusco fondato dai Volterrani, situato vicino al fiume Cecina e su un pendio che conduce al mare. “Si trattava di un panetto di terra con scagliette e lamine d’oro, provenienti probabilmente da diverse corone”, spiega Ilaria Benetti della Soprintendenza Archeologia di Pisa e Livorno. Gli archeologi che operano nella zona intuirono immediatamente l’importanza del reperto.
La corona che i visitatori potranno vedere esposta è il risultato del recente assemblaggio: le foglie, in particolare di alloro e olivo, sono state riposizionate su una banda di lamina liscia, con una rosetta centrale a più petali. Sulla parte più vicina alle tempie sono state inserite placchette lavorate a sbalzo con motivi legati alla morte. I reperti erano finora conservati dal Comune, ma non erano mai stati ricomposti. Alcune delle laminette saranno esposte separatamente per farle apprezzare in ogni dettaglio.
Il nuovo museo di Riparbella, borgo in comune di Pisa adagiato fra colline e costa, racconterà la storia di Belora e delle sue numerose campagne di scavo, che, nell’arco di oltre due secoli, hanno coinvolto importanti archeologi. “I reperti della necropoli, ritrovati nell’Ottocento”, aggiunge Benetti, “sono oggi parte della collezione Chiellini a Livorno, ma sono stati sparsi in vari grandi musei europei”. L’ultima campagna di scavo risale al 1986, quando fu identificato un centro abitato. In una tomba scavata nella roccia, venne ritrovato uno dei corredi completi che saranno esposti nel museo: un corredo femminile, che conferma la ricchezza medio-alta di Belora e il suo ruolo di snodo cruciale del territorio.
I reperti saranno esposti a rotazione: nella prima fase, i visitatori potranno ammirare oggetti provenienti da Belora alta e bassa, corredi, oggetti femminili e di vita quotidiana, tra cui lucerne e balsamari in vetro, compreso un piccolo balsamario in cristallo di rocca, di produzione alessandrina. “L’obiettivo”, conclude Ilaria Benetti, “è creare un polo museale in continuo sviluppo”.