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Il passato prende vita sul grande schermo: in Sicilia il Festival del Cinema Archeologico

Giunto alla 21ª edizione, con un programma articolato in dieci giorni tra Licata, Realmonte, Agrigento e Palermo. Quest'anno con un particolare focus sulla realtà aumentata per esplorare il passato con occhi nuovi.

Foto di Manuela Ballo
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17 Luglio 2025 - 19.07


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Il Festival del Cinema Archeologico arrivato alla sua ventunesima edizione, e che è attualmente in corso, si conferma un’iniziativa stabile nel panorama culturale estivo siciliano. Una rassegna che continua a coniugare ricerca e divulgazione attraverso il linguaggio cinematografico, coinvolgendo i territori e raccontando la storia in modo accessibile e appassionante. Promosso in collaborazione con il Ram Film Festival e la Fondazione Museo Civico di Rovereto, rappresenta un’occasione di valorizzazione del patrimonio culturale del Sud Italia.

Anche quest’anno si ripropone la formula itinerante, pensata per mantenere vivo il dialogo con le comunità locali e raggiungere luoghi spesso esclusi dai grandi circuiti culturali. Le iniziative sono partite il 10 e l’11 luglio da Licata, con proiezioni al Museo della Badia e a Castel Sant’Angelo, antico punto strategico da cui si possono ancora scorgere le tracce della città di Finziade. Il 12 e il 13 il Festival si è poi spostato nella magnifica cornice della Villa romana di Durrueli a Realmonte. Dal 15 fino ad oggi 17 luglio gli eventi passano ad Agrigento, nel cuore della Valle dei Templi, nel suggestivo chiostro del Museo Archeologico Regionale “Pietro Griffo” dove avranno luogo le proiezioni. Gran finale a Palermo, il 19 e 20 luglio, negli spazi del Museo Archeologico “Antonino Salinas”, la più antica istituzione museale della Sicilia, da sempre legata alla storia dell’archeologia dell’isola.

L’edizione 2025 si distingue anche per lo sguardo proiettato verso il futuro grazie a un approfondimento dedicato alla realtà aumentata. La società ETT ha messo a disposizione dei visitatori visori e strumenti immersivi per permettere loro di vivere in prima persona alcuni momenti storici. Se il 16 luglio ad Agrigento è stato possibile assistere alla ricostruzione del matrimonio tra Luchina Chiaromonte e Enrico Rosso, il 20 luglio al Salinas di Palermo, si potrà rivivere la celebre Battaglia delle Egadi in una modalità completamente nuova, capace di fondere archeologia e tecnologia.

Il programma propone una selezione raffinata di film documentari e opere internazionali dedicate all’archeologia, all’arte antica, all’evoluzione dell’uomo e al racconto dei grandi siti della storia. Tra i titoli in proiezione figurano: La grotta Cosquer, un capolavoro in pericolo di Marie Thiry; Sapiens, la nascita dell’arte di Pascal Goblot; Neandertal, primo artista dell’umanità? di Thibaud Marchand; Anima Insulae di Lorenzo Daniele; Specularia di Philippe Axell; Odissea: la storia della nostra evoluzione di Sébastien Duhem e molti altri.

Molti i momenti di incontro con gli esperti del settore. Gli Archeotalk, organizzati prima delle proiezioni, prevedono la partecipazione di divulgatori, giornalisti scientifici e autori televisivi. Tra gli ospiti Eugenio Farioli Vecchioli, autore della serie Rai Italia. Viaggio nella bellezza, il giornalista Franco Capone, il direttore di Archaeoreporter Angelo Cimarosti, e Flavia Frisone, storica del mondo greco, che dialogherà con il giornalista Sky John Pedeferri su come le storie dell’antico parlano al presente.

Le serate del Festival sono accessibili ad ingresso gratuito, mentre gli Archeotalk richiedono la prenotazione online tramite il sito ufficiale. Come per le altre proiezioni, il pubblico sarà chiamato a votare i film in concorso tramite una scheda distribuita in sala.

A sottolineare il valore culturale e sociale dell’iniziativa è il direttore del Parco Archeologico della Valle dei Templi Roberto Sciarratta, che ha dichiarato: “Il Festival del Cinema Archeologico è ormai un’istituzione consolidata che sosteniamo perchè rappresenta un momento di divulgazione del patrimonio culturale estremamente importante ed efficace e si sposa con gli obiettivi della nostra istituzione. Non solo: la sua formula itinerante permette di valorizzare quel patrimonio ingiustamente ritenuto “minore” su cui in questi anni stiamo investendo convintamente sia in termini di ricerca archeologica sia di promozione affinchè sempre più visitatori possano conoscere luoghi di grande bellezza come Villa Romana e i resti di Finziade”.

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