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A Villa Torlonia "Sguardi sulla città"

L'esposizione aprirà il prossimo 16 settembre. Allestita al Casino Nobile con opere della Scuola Romana che offrono un racconto diverso della Città Eterna

A Villa Torlonia "Sguardi sulla città"
Francesco Trombadori (fonte Ansa)
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25 Agosto 2025 - 09.52


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La mostra “Sguardi sulla città” sarà l’occasione per la riapertura del Museo della Scuola Romana: ospitato presso il Casino Nobile di Villa Torlonia, temporaneamente chiuso per riallestimento dallo scorso 17 aprile, e che riaprirà per l’occasione al pubblico il prossimo 16 settembre. È la sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ad aver curato il progetto, che consta di 150 opere tra dipinti, sculture, disegni e stampe di vari artisti. Tra questi: Antonietta Raphaёl, Mario Mafai, Renzo Vespignani, Toti Scialoja, Fausto Pirandello, Carlo Levi, oltre a esponenti del Realismo magico e del Ritorno all’ordine, come Antonio Donghi, Francesco Trombadori, Giuseppe Capogrossi, e del Tonalismo di Roberto Melli ed Emanuele Cavalli. 

Su Ansa, Luciano Fioramonti sottolinea come il nuovo allestimento sia un percorso che vuole testimoniare il legame affettivo degli artisti con lo scenario urbano romano, un modo di raccontare Roma con i loro speciali sguardi, capaci di descrivere le atmosfere e i cambiamenti nel tempo intercorso tra le due guerre. 

Federica Pirani, direttrice del Patrimonio artistico delle Ville Storiche della Sovrintendenza Capitolina, sentita da Ansa, ha così dichiarato in merito alla mostra “Al visitatore viene restituita una immagine molto sfaccettata di Roma e il grande amore degli artisti per la città, vissuto da ciascuno in maniera molto diversa con una varietà stilistica. Non esiste un unico modo di raccontare l’arte in quegli anni e quali erano i rapporti con il fascismo”.

L’anno prossimo sarà il ventesimo anno di esistenza del Museo della Scuola Romana, che grazie a questo riallestimento ha acquisito un ordine che rispetta i contesti di esistenza delle opere, come la Scuola di via Cavour (dal celebre luogo di residenza di Antonietta Raphael e Mario Mafai, che divenne ritrovo per artisti e letterati) e la villa Strohl Fern, residenza di intellettuali e artisti (che ospitò Carlo Levi, Trombadori, De Chirico e Guttuso).

“In una sala esporremo le opere della Collezione Zavattini firmate dai maggiori artisti attivi a Roma e da quelle delle generazioni più giovani e potremo mostrare solo in parte che molti pittori hanno lasciato una dedica o piccola poesia alla città sul retro delle loro piccole tele. È anche questo un paesaggio particolare di Roma” ha proseguito Pirani, in riferimento ad alcuni contributi pittorici della mostra che provengono dalle collezioni artistiche dell’istituto bancario Bnl Bnp Paribas, il quale ha concesso la serie delle vedute della capitale conosciuta come “Collezione Roma”, pensate da Cesare Zavattini, negli anni subito successivi al dopoguerra, per Ferruccio Caramelli, produttore cinematografico. T

Tale collezione che consta di 54 opere di piccole dimensioni, 20×26 cm, realizzate tra il 1946 e il 1948, sono dedicate alla città di Roma da grandi artisti, come Renato Guttuso, Giorgio de Chirico, Filippo de Pissis, Faust Pirandello, ed altri. Tra le molte opere d’arte, ad essere scelti per l’esposizione sono stati dipinti che mostrano cantieri, ritratti di una città meno epica, ma in trasformazione, oltre all’attenzione per la selezione di opere di artiste, come la stessa Antonietta Raphael.

Ad ospitare la mostra è il Casino nobile di Villa Torlonia, uno dei luoghi dei Musei della Villa, insieme al Casino dei Principi, la Casina delle Civette e la Serra Moresca, tra le istituzioni museali civiche più visitate di Roma, grazie alle duecentomila presenze di visitatori.

“Abbiamo riaperto il bunker, con il qr code, i video e le tante visite guidate anche per persone disabili raccontiamo tante storie per capire meglio la città e stiamo cercando di captare pubblici diversi e gli stranieri che vengono a Roma.” ha così voluto sottolineare Pirani, riguardo l’attenzione per l’innovazione nell’esperienza museale, che non dimentica la vocazione didattica e divulgativa. “È museo dinamico frutto della collaborazione tra pubblico e privato”, infatti il museo è nato grazie all’Archivio della Scuola Romana e all’impegno di Netta Vespignani, Miriam Mafai, Enzo Siciliano e Claudia Terenzi, eredi degli artisti “che si affezionano e ci propongono nuove opere da esporre che altrimenti il pubblico non potrebbe ammirare”. Il museo pur non avendo opere in collezione permanente, accoglie donazioni, ma anche sculture e pitture in comodato d’uso da quest’ultimi.

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