Una novità inaspettata ma che sarà sicuramente apprezzata dagli amanti dell’arte. Infatti, Artissima, la principale Fiera d’arte contemporanea in Italia che unisce la presenza nel mercato internazionale a una grande attenzione per la sperimentazione e la ricerca, si appresta ad accogliere nei suoi spazi “Anonymous art project“, un programma culturale dedicato alla promozione dell’arte contemporanea giapponese, con un’idea estetica che intreccia la responsabilità personale e l’impegno collettivo attraverso l’arte contemporanea.
Nato nel 2023 su iniziativa dell’imprenditore nipponico Hiroyuki Maki il progetto supporta gli artisti giapponesi sia emergenti che già riconosciuti in patria ma ancora poco noti a livello internazionale, e favorisce lo scambio diretto tra i curatori delle mostre, i musei e gli enti culturali europei e giapponesi.
Il progetto, dopo il debutto avvenuto quest’anno alla XIX Esposizione Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia con le mostre di Kengo Kito e Mika Ninagawa, farà la sua comparsa nello scenario di Artissima con l’obiettivo di far conoscere a quante più persone possibili il pensiero di arte odierna giapponese.
Guidato dal direttore artistico Masahiko Haito e con la curatela internazionale di Kodama Kanazawa, Anonymous art project si presenterà ad Artissima con quattro protagonisti della scena nipponica contemporanea, riaffermando Torino come crocevia di ricerca artistica e apertura internazionale.
Gli artisti sono Aki Inomata, che presenterà “Thinking of Yesterday’s Sky” (2022 – in corso), un’opera che utilizza acqua, latte e stampa 3D per meditare sulla memoria e sulla percezione del tempo, Yuki Hasegawa, che con la serie Neon (2021–2023) esplora in profondità il rapporto tra natura artificio mediante colori vibranti e atmosfere sospese.
Infine, Junya Kataoka e Rie Iwatake mostreranno a tutti, grazie ai lavori “Yajirogu Eda“, “A performance of tea utensils through the bending of branches” (opere a tecnica mista legate alla tradizione e all’improvvisazione) e alla serie Shitsunai-Ga (Interior Pictures), il loro concetto di arte che mette in evidenza il concetto di ambiente domestico.
Quest’anno, grazie al supporto della Camera di commercio di Torino, ad Artissima tornerà anche il progetto “Made In“, l’academy rivolta a giovani artisti che consente loro di vivere in aziende d’eccellenza del territorio incorporando all’interno della propria ricerca il sapere tecnologico e operativo delle realtà con cui entrano in contatto.
In occasione della fiera verrà lanciata la quarta edizione del progetto, con nuovi partner d’eccezione come Ferrino (azienda specializzate in attrezzature ed abbigliamento per la montagna), Galup (industria specializzata nella produzione di dolci), Oscalito 1936 (casa che opera nel settore della moda) e Blue Engineering (società che fornisce servizi d’ingegneria nei settori: automotive, ferroviario, aerospaziale, navale, automazione industriale, banchi prova e ITC), che ospiteranno nelle proprie aziende i nuovi artisti a partire dall’inizio del 2026.
Entrando nel dettaglio di Made In, il progetto, partendo dall’idea che le competenze aziendali e i processi produttivi specializzati possano rappresentare una risorsa per la produzione dell’opera d’arte da parte dell’artista, permette a quattro giovani di vivere in quattro aziende del territorio, assorbendo ed incorporando all’interno della propria ricerca le informazioni tecniche e pratiche concernenti le attività con cui si sono dovuti interfacciare.
Altri dettagli riguardo la Fiera riguardano l’istituto bancario Intesa Sanpaolo, che porterà ad Artissima una selezione di opere della fotografa statunitense Anastasia Samoylova, artista che alterna la fotografia osservativa quella pratica in studio, indagando il rapporto in essere tra ambiente e identità culturale attraverso la fotografia documentaria (un genere solitamente accompagna l’attività fotogiornalistica che si propone di riprodurre oggettivamente la società tramite la cronaca per immagini della realtà quotidiana).
Samoylova, in seguito al suo trasferimento a Miami nel 2016, ha maturato un approccio immersivo, compiuto nella monografia FloodZone nella quale l’artista “racconta” dettagliatamente la situazione presente in Florida, dove il livello del mare si sta alzando e gli uragani minano la tranquillità degli abitanti.
Nel progetto Image Cities, invece, la fotografa analizza come la saturazione mediatica influisca sui paesaggi urbani globali. Il suo lavoro sarà protagonista di una mostra, su committenza di Intesa Sanpaolo, alle Gallerie d’Italia di Torino nel 2026.
Insomma, tra poco meno di due settimane si alzerà il sipario su Artissima, che non è soltanto un luogo dove i lavori artistici dominano su tutto, ma è soprattutto uno spazio dove differenti forme di cultura si fondono insieme che dà la possibilità di emergere ad idee e pensieri provenienti da tutto il mondo.