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L'Italia torna a Berlino: gli Azzurri salvi al 98' grazie a Zaccagni

Ci vorrà più coraggio, di sicuro, ma anche la qualità invocata a gran voce da Spalletti, a fine partita: questa squadra può fare di più, ha gridato. Ci si aspetta di più, anche noi, e la splendida parabola di Zaccagni ci regala nuove prospettive.

L'Italia torna a Berlino: gli Azzurri salvi al 98' grazie a Zaccagni
FONTE: Ansa.it
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24 Giugno 2024 - 23.48


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di Pancrazio Cardelli Anfuso

All’ultimo respiro, Zaccagni cambia verso all’Europeo dell’Italia: il suo colpo mortifero, il destro a giro, viene innescato da un assist dello spigliato Calafiori al minuto 98. L’Italia ribalta la situazione di classifica del girone, relegando al terzo posto una Croazia apparsa superiore come qualità, ma stanca, giunta al capolinea di una generazione che ha regalato un decennio di veri miracoli sportivi, guidata per mano dal solito, encomiabile Modric.

Autore, lui, del gol che aveva portato avanti la Croazia a metà del secondo tempo, subito dopo aver sciupato un calcio di rigore, tirato non benissimo e parato dal solito Donnarumma, anche oggi fautore di qualche intervento d’alta qualità.

La nazionale gioca una prima ora bloccata e balbettante, piena di errori in palleggio. Continua la controprestazione dei terzini: Dimarco, dominatore in campionato, sembra la controfigura di sé stesso, Di Lorenzo soffre le pene dell’inferno, e la squadra si aggrappa a Barella, o al vorrei ma non posso di Retegui, producendo un paio di colpi di testa insidiosi di Bastoni. La Croazia giostra al suo ritmo, controlla la partita, trova il gol ma soffre la reazione dell’Italia, quando gli azzurri trovano un po’ di coraggio, nella situazione disperata che si era venuta a creare.

Una reazione scomposta, disordinata, scandita dai cambi di Spalletti che trasforma gradualmente la squadra, cercando di aumentarne il potenziale offensivo. Correttivi che dimostrano, forse, che la formazione iniziale non era giusta, che le gerarchie viste in questo scorcio di Europeo non garantiscono il miglior rendimento possibile, che alcuni giocatori sono arrivati scarichi e non trovano il modo di dare il meglio di sé.

Dopo tre gare stentate, salvo qualche buon momento con l’Albania, l’Italia è ancora in corsa e si può aggrappare ai dolci ricordi di qualche inizio stentato finito in gloria. Il cammino prosegue fino a Berlino, che ricorda trionfi ancora vivi nella memoria: vedremo se Spalletti cercherà nella freschezza dei Zaccagni e dei Calafiori la forza di diventare protagonista nella seconda fase del campionato europeo.

Ci vorrà più coraggio, di sicuro, ma anche la qualità invocata a gran voce da Spalletti, a fine partita: questa squadra può fare di più, ha gridato. Ci si aspetta di più, anche noi, e la splendida parabola di Zaccagni ci regala nuove prospettive. La Svizzera vista contro la Germania è squadra forte e in ottima condizione. Per batterla ci vorrà un’altra Italia: forse s’è già intravista, in questa rincorsa. All’ultimo respiro.  

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