di Niccolò Capecchi
Dura contestazione da parte dei tifosi azzurri a Chisinau, dove giovedì sera la compagine di Gattuso strappa un faticoso 2-0 contro i modesti padroni di casa. Sono le firme di Mancini e Pio Esposito a scardinare la difesa moldava allo scadere e a far calare il sipario sulla nona e penultima partita della nazionale italiana alle qualificazioni per il Mondiale 2026.
Gli azzurri di Gattuso confermano la propria striscia di risultati positivi, portando a cinque le vittorie consecutive dall’arrivo dell’ex Milan nel ruolo di CT. Nonostante l’apporto positivo nei risultati causato dal cambio di panchina, le prestazioni della nazionale non mettono a tacere i dubbi dei tifosi circa lo stato attuale della qualità del calcio italiano, ormai da anni considerato in declino. Il tecnico calabrese attua un ampio turn over, giustificato data l’entità della gara, e schiera nel suo ormai consueto 4-4-2 un attacco inedito. A formarlo un inconcludente Raspadori, che si spegne completamente dopo una buona conclusione al 5’ del primo tempo, e da un appannato e fuori condizione Scamacca, che non viene mai servito in posizione interessante, anche perché il più delle volte immobile. Senza contare, poi, la deludente prestazione di Orsolini sulla fascia destra, che ancora una volta si conferma incapace di esportare il proprio talento al di fuori del contesto Bologna con cross sballati anche dalla bandierina.
“Andate a lavorare” è il coro intonato dai 500 tifosi che hanno seguito gli azzurri fino in Moldavia, e non è altro che la voce di un intero popolo, quello che vive e ama il calcio italiano, stufo e frustrato dalle continue prestazioni insoddisfacenti degli azzurri, i quali sembrano non riuscire a rompere l’alone di mediocrità che ormai da anni pervade la nostra nazionale e che continua a vivere nell’ombra dei giganti del passato. Seppur l’Italia di Chisinau sia quella delle seconde linee, i limiti tecnici e di qualità dei nostri calciatori paiono palesi, specie se paragonati a quelli delle altre principali selezioni europee, spesso costrette a lasciare fuori dai convocati giocatori, soprattutto offensivi, di grande spessore. basti pensare a Spagna e Francia, ovvero i maggiori esportatori di talenti calcistici nei top 5 campionati europei. Deprimente è il dato pubblicato da Transfermarkt.it circa il valore di mercato complessivo dei giocatori di vari Paesi registrati nel loro database: a fronte di ben oltre 4.000 giocatori registrati l’Italia ricopre solo il settimo posto.
Ora tocca all’ultimo atto delle qualificazioni mondiali che si chiuderanno domenica alle 20:45 a San Siro contro la “fatal Norvegia”, che già alla prima giornata ci condannava alla gogna dei play-off. Una partita che rappresenta poco più di un intermezzo rispetto a quello che ci aspetta a marzo, rimanendo in attesa dei sorteggi per scoprire contro quale squadra l’Italia si giocherà gli ultimi biglietti rimasti per la partecipazione al Mondiale in Nord America.
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