Dai bestseller di Brown e Saviano ai romanzi di nicchia: l'ottobre dei libri | Culture
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Dai bestseller di Brown e Saviano ai romanzi di nicchia: l'ottobre dei libri

Una carrellata di titoli appena usciti. E per chi è alla ricerca di romanzi dal sapore diverso vi segnaliamo due autrici - Masal Pas Bagdadi e Andrea Köhler -, e il fulminante Colson Whitehead

Dai bestseller di Brown e Saviano ai romanzi di nicchia: l'ottobre dei libri
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18 Ottobre 2017 - 10.52


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Una carrellata di libri usciti in questo mese di ottobre

Dan Brown
Origin
(Mondadori, pag. 560, euro 25)
Dan Brown ha ambientato la nuova, emozionante avventura del suo personaggio di maggior successo, Robert Langdon, nelle suggestive cornici di Bilbao, Barcellona e Madrid, fra capolavori dell’arte, edifici storici, testi classici e simboli enigmatici. Langdon, professore di simbologia e iconologia religiosa a Harvard, è stato invitato all’avveniristico museo Guggenheim di Bilbao per assistere a un evento unico: la rivelazione che cambierà per sempre la storia dell’umanità e rimetterà in discussione dogmi e principi dati ormai come acquisiti, aprendo la via a un futuro tanto imminente quanto inimmaginabile. Protagonista della serata è Edmond Kirsch, quarantenne miliardario e futurologo, famoso in tutto il mondo per le sbalorditive invenzioni high-tech, le audaci previsioni e l’ateismo corrosivo. Kirsch, che è stato uno dei primi studenti di Langdon e ha con lui un’amicizia ormai ventennale, sta per svelare una stupefacente scoperta che risponderà alle due fondamentali domande: da dove veniamo? E, soprattutto, dove andiamo? Mentre Langdon e centinaia di altri ospiti sono ipnotizzati dall’eclatante e spregiudicata presentazione del futurologo, all’improvviso la serata sfocia nel caos. La preziosa scoperta di Kirsch, prima ancora di essere rivelata, rischia di andare perduta per sempre. Scosso e incalzato da una minaccia incombente, Langdon è costretto a un disperato tentativo di fuga da Bilbao con Ambra Vidal, l’affascinante direttrice del museo che ha collaborato con Kirsch alla preparazione del provocatorio evento. In gioco non ci sono solo le loro vite, ma anche l’inestimabile patrimonio di conoscenza a cui il futurologo ha dedicato tutte le sue energie, ora sull’orlo di un oblio irreversibile. Percorrendo i corridoi più oscuri della storia e della religione, tra forze occulte, crimini mai sepolti e fanatismi incontrollabili, Langdon e Vidal devono sfuggire a un nemico letale il cui onnisciente potere pare emanare dal Palazzo reale di Spagna, e che non si fermerà davanti a nulla pur di ridurre al silenzio Edmond Kirsch. In una corsa mozzafiato contro il tempo, i due protagonisti decifrano gli indizi che li porteranno faccia a faccia con la scioccante scoperta di Kirsch… e con la sconvolgente verità che da sempre ci sfugge.

Roberto Saviano
Bacio feroce
(Feltrinelli, pag 400, euro 19,50)
La paranza dei bambini ha conquistato il potere, controlla le piazze di spaccio a Forcella, ma da sola non può comandare. Per scalzare le vecchie famiglie di Camorra e tenersi il centro storico, Nicolas ’o Maraja deve creare una confederazione con ’o White e la paranza dei Capelloni. Per non trasformarsi da predatori in prede, i bambini devono restare uniti. Ed è tutt’altro che facile. Ogni paranzino, infatti, insegue la sua missione: Nicolas vuole diventare il re della città, ma ha anche un fratello da vendicare; Drago’ porta un cognome potente da onorare; Dentino, pazzo di dolore, è uscito dal gruppo di fuoco e ora vuole eliminare ’o Maraja; Biscottino ha un segreto da custodire per salvarsi la vita; Stavodicendo non è scappato abbastanza lontano; Drone, Pesce Moscio, Tucano, Briato’ e Lollipop sono fedeli a Nicolas, però sognano una paranza tutta loro… Fra contrattazioni, tradimenti, vendette e ritorsioni, le vecchie famiglie li appoggiano per sopravvivere o tentano di ostacolarli – come il Micione che prova a riprendersi le piazze seminando discordia direttamente in seno alle paranze. Una nuova guerra sta per scoppiare? Prosegue il ciclo della Paranza dei bambini e Roberto Saviano torna a raccontare i ragazzi dei nostri giorni feroci, nati in una terra di assassini e assassinati, disillusi dalle promesse di un mondo che non concede niente, tantomeno a loro. Forti di fame. Forti di rabbia. Pronti a dare e ricevere baci che lasciano un sapore di sangue.

Colson Whitehead
La ferrovia sotterranea
(Sur, pag 376, traduttore M. Testa)
«La ferrovia sotterranea» è il nome con cui si indica, nella storia degli Stati Uniti, la rete clandestina di militanti antischiavisti che nell’Ottocento aiutava i neri a fuggire dal Sud agli stati liberi del Nord. Nel suo romanzo storico dalle sfumature fantastiche, Colson Whitehead la trasforma in una vera e propria linea ferroviaria operante in segreto, nel sottosuolo, grazie a macchinisti e capistazione abolizionisti. È a bordo di questi treni che Cora, una giovane schiava nera fuggita dagli orrori di una piantagione della Georgia, si imbarca in un arduo viaggio verso la libertà, facendo tappa in vari stati del Sud dove la persecuzione dei neri prende forme diverse e altrettanto raccapriccianti. Aiutata da improbabili alleati e inseguita da uno spietato cacciatore di taglie, riuscirà a guadagnarsi la salvezza? La ferrovia sotterranea è una testimonianza scioccante – e politicamente consapevole – dell’eterna brutalità del razzismo, ma si legge al tempo stesso come un’appassionante storia d’avventura che ha al centro una moderna e tenacissima eroina femminile. Unico romanzo degli ultimi vent’anni a vincere sia il National Book Award che il Premio Pulitzer, è un libro che sembra già destinato a diventare un classico.

 

Marco Paolini – Gianfranco Bettin
Le avventure di Numero Primo
(Einaudi Stile libero Big, pag. 344, euro 19)
Numero Primo è il nome scelto per sé da uno strano bambino, che irrompe nella vita di Ettore, fotoreporter di guerra che a quasi sessant’anni si ritrova a fargli da padre. È stato desiderato e pensato da una madre scienziata, ma concepito e messo al mondo da un’intelligenza artificiale avanzatissima, tanto da aver sviluppato una coscienza. Non è una creatura uguale alle altre, non conosce quasi niente, tutto gli appare nuovo, bello; possiede il dono di trovare la magia nelle cose piú comuni e, quando non la trova, di crearla. E le cose che non sa, le impara subito, per mezzo di misteriose connessioni. Chi lo incontra si riscopre diverso, migliore. Di lui si accorgono anche gli osservatori di una multinazionale, un Erode tecnologico che, dietro la facciata filantropica, nasconde un’oscura volontà di potenza. Cosí Ettore e Numero sono costretti a fuggire e a nascondersi. Ad aiutarli, una folla di personaggi bizzarri: scienziati rasta in grado di salvare Venezia dall’acqua alta, parcheggiatori abusivi che gestiscono nuove forme di ospitalità diffusa, commercianti sardo-cinesi, giostrai con il cuore grande e una lunga storia di resistenza. Lieve come una favola, vero come un reportage. 

 

Masal Pas Bagdadi
Il tempo della solitudine
(Bompiani, pag. 141, Euro 10,00)
La memoria degli affetti, l’attesa di una parola buona, l’abbraccio di una persona cara: sono le cose che sostengono gli ospiti della casa di riposo. E più in generale danno a chiunque la forza necessaria per andare avanti in momenti di fragilità, consentendo di uscire dalla solitudine.
Masal Pas Bagdadi, con la sensibilità e la delicatezza che la contraddistinguono, racconta le storie degli ospiti di una casa di riposo speciale e al tempo stesso molto simile ad altre: un “albergo a cinque stelle” dove gli ospiti vivono sospesi in un tempo non tempo, fatto di memoria del passato ma anche di attese per il rito dello Shabbat e per le visite dei parenti più stretti. L’autrice con amore e senza drammatizzazione ci fa vivere attraverso il racconto di questo mondo (spesso tenuto in disparte e dimenticato) la ricchezza nascosta dei personaggi, il loro calore umano, il loro bisogno di comunicare ed essere ascoltati con attenzione. Il tempo della solitudine è un libro e al tempo stesso un percorso di conoscenza, affettuoso e onesto, che fa riflettere non solo sul piccolo mondo della casa di riposo ma più generale sull’esistenza di tutti noi, giovani e meno giovani.
L’autrice nata a Damasco nel 1938, a soli cinque anni fugge dalla Siria per via delle persecuzioni antisemite ed entra illegalmente in Palestina. Cresciuta in un kibbutz in Israele, si trasferisce in Italia dove diventa psicoterapeuta e scrittrice. A Milano ha creato il “Centro giochi di Masal” ed è presidente dell’associazione onlus “Chi sono io?”. 

Andrea Köhler
L’arte dell’attesa
(add editore. Traduzione di Daniela Idra, pagine 128, Euro 14,00)

Quanto è lungo il tempo delle nostre vite impiegato ad aspettare. Aspettare le cose più diverse: un amore, una telefonata, una nascita, una risposta, ma anche l’esito di un esame, l’accettazione di un’offerta, un pullman che non arriva… Se ci fermiamo a pensare, sarà facile accorgerci che molta parte della nostra vita altro non è che una lunga attesa di qualcosa che è alle porte, e che proprio quell’attesa è la parte più ricca del nostro vivere.
Kafka ha scritto che tutta la sua vita altro non era che “un’attesa prima della nascita” e, con Aspettando Godot, Samuel Beckett lo ha dimostrato meglio di tutti, a cavallo tra realtà, sogno e follia. In questo prezioso e suggestivo saggio, la scrittrice e giornalista tedesca Andrea Köhler si mette sulle tracce dell’attesa, di quello spazio di tempo in cui ciò che deve compiersi è ancora un’idea e il nostro cuore è sospeso tra un qui e un altrove. Con l’aiuto dei maggiori scrittori e filosofi di tutti i tempi (da Barthes a Nabokov, da Camus a Handke) l’autrice attraversa il tempo con la grazia della scrittura e della letteratura per condurre il lettore in una dimensione che non sappiamo vedere, ma in cui siamo perennemente immersi, facendoci capire che il tempo di chi aspetta è un tempo da coltivare con cura.

Enzo Biagi
La vita è stare alla finestra
La mia storia
(Rizzoli – In uscita il 28 ottobre)
«Sono convinto che i libri di memorie dovrebbero essere pubblicati postumi: sarebbe la garanzia dell’autenticità dei sentimenti.»
Così scrisse Enzo Biagi un giorno di gennaio del 2000, due anni prima dell'”editto bulgaro” che portò alla sua cacciata dalla Rai.
E in effetti quello dell’autenticità, dell’aderenza alla realtà, della volontà di rappresentare fatti e persone come cronista il cui unico padrone è il pubblico, è il filo lungo cui si dipana la sua intera esistenza, senza mai deviare.
Dalla nascita in un paesino dell’Emilia, agli studi, all’incontro con la moglie Lucia, all’esperienza partigiana, fino alle spesso tumultuose tappe della sua lunga carriera di giornalista – con la caratteristica di non durare molto sulle poltrone scomode, avversato dal politico di turno -, Enzo Biagi ha attraversato con grazia e coerenza l’Italia del Novecento raccontando dalla sua “finestra” i fatti come si presentavano: la guerra, il boom economico, il Sessantotto, il tempo delle stragi e la P2, fino al berlusconismo di un’Italia ormai al crepuscolo. In questo libro che ben si può definire una autobiografia postuma, lui stesso, con le sue parole ferme e il suo stile pacato inconfondibile, ci accompagna oggi nuovamente attraverso quell’Italia che forse stiamo dimenticando ma che – nel bene e nel male – non possiamo ancora lasciarci alle spalle. Abitata di personaggi straordinari – Fellini e Berlinguer, Mondadori e Rizzoli, Pertini e Ciampi e molti altri – che hanno segnato la vita di un cronista che “ha sempre cercato di dire quotidianamente un po’ di verità in più”.

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