di Caterina Abate
Oggi il terzo giorno di mobilitazione per la Palestina e la Flotilla. Il corteo odierno a Roma giunge a seguire lo sciopero del 22 settembre scorso e quello generale di ieri, che ha coinvolto oltre 100 città italiane e oltre un milione di partecipanti. Alla manifestazione di oggi era atteso un grande flusso di partecipanti, anche da fuori Roma, tanto che dall’alba gli accessi alla città sono contingentati, e sono sorte polemiche a causa dei controlli.
Il corteo è partito alle 14.30 circa da Ostiense in direzione San Giovanni, e i quattro chilometri di percorso non sono riusciti a contenere la marea di gente accorsa per protestare contro il genocidio del popolo gazawo e in sostegno della Global Sumud Flotilla, la cui maggior parte degli attivisti arrestati dall’Idf mercoledì si trova ancora in stato di fermo in Israele. A sfilare per le strade della capitale oltre 600 mila persone, anche questa volta con una considerevole presenza di famiglie con bambini, giovani, studenti di università e liceo. Ad organizzare il corteo diverse associazione palestinesi in Italia, come i Giovani Palestinesi d’Italia, Unione democratica arabo-palestinese, la Comunità palestinese d’Italia, il Movimento studenti palestinesi d’Italia e l’Associazione dei palestinesi in Italia, oltre ad Arci, i sindacati Cgil e Usb, e i collettivi studenteschi ed universitari. Tantissime le bandiere della Palestina e della pace, oltre alle barchette di carta, simbolo che richiama la Flotilla. Su una di queste qualcuno ha scritto “per quanto voi vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti”. Altri hanno invece voluto ricordare che oggi nella giornata in cui il calendario gregoriano ricorda Francesco d’Assisi, e che quell’uomo, per alcuni santo, aveva attraversato il mare per giungere in Egitto e tentare un dialogo con il Sultano.
Ieri Francesca Albanese, relatrice speciale per le Nazioni Unite dei territori occupati di Palestina e Cisgiordania, aveva fatto un appello alla non violenza ai manifestanti dagli schermi di Propaganda Live. Il corteo è stato in larga parte pacifico e gioioso, ma nonostante qualche scontro e la presenza di frange più estreme, infiltrate tra i 600mila sono state isolate dai manifestanti e bloccate dalle forze dell’ordine.
All’arrivo della testa del corteo a San Giovanni gli organizzatori hanno avviato un collegamento telefonico con la nave medica Coscience, una delle imbarcazioni della Freedom Flotilla che insieme alle Thousand Madleens sono salpate qualche settimana fa da Otranto, in una nuova missione per rompere il blocco navale davanti alle acque palestinesi. L’augurio da tutta Italia è “buon vento!” e “Stop al genocidio!”.
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