1993-2014: Oslo e illusioni (e disillusione) | Culture
Top

1993-2014: Oslo e illusioni (e disillusione)

Le speranze di pace venivano rapidamente messe alla prova: attentati, terrorismo, risposta militare israeliana. Le conseguenze politiche furono quelle che nel 2006 Hamas emergeva e vinceva le elezioni.

1993-2014: Oslo e illusioni (e disillusione)
Preroll

redazione Modifica articolo

8 Ottobre 2025 - 20.55


ATF

Continua la pubblicazione di pillole della storia della Palestina a partire dalla nascita del sionismo fino al genocidio palestinese dei giorni nostri – a cura di Marcello Cecconi

Se ti sei perso la numero 1. clicca qui, per la 2. due clicca qui, per la 3. clicca qui, per la 4. clicca qui, per la 5. clicca qui, per la sei clicca qui, per la sette clicca qui

  1. 1993-2014

Nel 1993 verrà firmato il Primo Accordo di Oslo fra Israele e Olp che stabiliva principi di autogoverno: L’Anp (Autorità Nazionale Palestinese), neocostituita  e controllata dall’Olp veniva incaricata di amministrare aree della Cisgiordania e Gaza, con fasi successive verso una soluzione definitiva. Gerusalemme, rifugiati, insediamenti, confini rimanevano ancora da definire. Nel 1995, il Secondo Accordo di Oslo stabiliva la divisione territoriale in aree A, B, C nei territori palestinesi; alcune città e villaggi sotto controllo palestinese, ma i territori più strategici e gli insediamenti rimanevano sotto Israele.

Suddivisione Palestrina-Israele degli accordi di Oslo del 1993

Tuttavia, le speranze di pace venivano rapidamente messe alla prova: attentati, terrorismo, risposta militare israeliana, incremento degli insediamenti come segno che Israele non intendeva ritirarsi pienamente. È un crescendo di delusione tra i palestinesi, che sentono che le promesse non si traducono in cambiamenti concreti.

All’inizio del Duemila, con il fallimento delle trattative di pace, esplodeva la Seconda Intifada (2000-2005): scontri molto più duri, attentati suicidi, operazioni militari israeliane, grande perdita di vite da entrambe le parti. I costi umani e materiali sempre più alti e polarizzanti. Intanto, Israele iniziava la costruzione del muro/barriera di separazione in Cisgiordania, con checkpoint, restrizioni di movimento, blocchi economici. Gaza subirà embargo, isolamento e, di conseguenza, tensioni crescenti.

Le conseguenze sono che, politicamente, Hamas emergeva come forza significativa a Gaza vincendo le elezioni nel 2006. Le divisioni interne palestinesi, specialmente quelle tra Hamas e al-Fatah complicavano la capacità di uno sforzo unitario e nel settembre 2007, dopo che Hamas aveva preso il controllo della Striscia silenziando al-Fatah, Israele dichiarò Gaza “territorio ostile” e interruppe la fornitura di elettricità, carburante e generi di prime necessità. Conflitti e cessate il fuoco, bombardamenti da parte di aerei israeliani e lancio di missili palestinesi su Israele si susseguivano. Le perdite, specialmente fra civili e combattenti palestinesi aumentavano giorno dopo giorno.

La prossima e ultima pillola: 2014-2025: Gaza, conflitto ricorrente fino all’attuale tragedia

Native

Articoli correlati