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Competenze digitali: per l'ultimo sondaggio Eurobarometro deve essere la scuola a fornirle

Dall’alfabetizzazione digitale all’intelligenza artificiale. Il ruolo della comunità educativa tra opportunità, rischi e nuovi programmi

Competenze digitali: per l'ultimo sondaggio Eurobarometro deve essere la scuola a fornirle
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15 Dicembre 2025 - 18.08


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Le competenze digitali, oggi, sono considerate indispensabili quanto leggere, scrivere e contare. È questo il messaggio che emerge dall’ultimo sondaggio Eurobarometro “Esigenze future nell’educazione digitale”, basato sulle risposte di oltre 25mila cittadini europei: per gli italiani dovrebbero essere insegnate a tutti i livelli di istruzione.

Per l’80% degli europei intervistati, le abilità digitali sono essenziali per partecipare pienamente alla vita sociale, dall’accesso ai servizi bancari a quelli sanitari e per costruire una carriera di successo. La scuola, quindi, non è vista come un semplice luogo di apprendimento tecnico, ma come una vera linea di difesa nell’era digitale. Secondo l’Eurobarometro, l’alfabetizzazione digitale può infatti aiutare a contrastare la disinformazione, in particolare quella che circola online: lo pensa l’80% degli europei e l’83% degli italiani. Da qui nasce anche la convinzione, largamente condivisa, che tutti gli insegnanti debbano essere formati per accompagnare gli studenti nel distinguere i fatti reali dai contenuti ingannevoli del web: sono d’accordo l’89% dei cittadini dell’Ue e il 92% degli italiani.

Un altro aspetto centrale riguarda il benessere degli studenti. Per una schiacciante maggioranza, il 92% sia in Europa che in Italia, le scuole hanno un ruolo decisivo nell’insegnare a gestire i possibili effetti negativi delle tecnologie digitali, inclusi i social media, sulla salute mentale e fisica. Lo stesso approccio emerge quando si parla di intelligenza artificiale. Per il 54% degli europei e degli italiani, l’Ai presenta allo stesso tempo opportunità e rischi per l’insegnamento e l’apprendimento, che la comunità educativa dovrebbe valutare con attenzione. Di conseguenza, l’85% degli europei e l’87% degli italiani ritiene necessario che i docenti acquisiscano competenze adeguate per comprendere e utilizzare l’Ai, compresa quella generativa.

Una dicotomia simile caratterizza il tema degli smartphone: da un lato, c’è un ampio sostegno al loro divieto nelle scuole (69% nell’Ue e 68% in Italia); dall’altro, a favore della promozione di tecnologie digitali pensate specificamente per l’apprendimento, un consenso forte (87% in Europa e 90% in Italia). Tra i benefici percepiti figurano una didattica più personalizzata, maggiore innovazione e una migliore accessibilità.

Mentre a livello europeo il dibattito spinge verso un’accelerazione digitale, in Italia il ministero dell’Istruzione e del Merito guarda soprattutto alle basi culturali tradizionali. Il ministro Giuseppe Valditara ha annunciato nuove “Indicazioni nazionali” che prevedono il ritorno alla centralità della storia occidentale, la valorizzazione dell’identità culturale e la riscoperta dei grandi classici, insieme alla grammatica e al latino.

Secondo Valditara, il ripristino del valore delle regole grammaticali e del latino non rappresenta un ritorno al passato, ma un investimento sul futuro: fondamenti utili a sviluppare consapevolezza linguistica, padronanza espressiva e pensiero critico. Allo stesso tempo, il ministro ha sottolineato l’innovazione dei programmi di matematica e scienze, l’attenzione alla cultura del rispetto e la lotta contro ogni forma di discriminazione.

Per il ministero, le nuove indicazioni, valide per scuole materne e primarie, sono il risultato di un lavoro durato quasi due anni e rappresentano programmi fortemente innovativi. Un quadro che, nelle parole dello stesso Valditara, risponde a una doppia esigenza: rafforzare le radici culturali e, insieme, dotare i giovani delle competenze digitali necessarie per orientarsi nel futuro.

Le preferenze espresse dai cittadini europei guideranno ora le prossime mosse della Commissione, che entro il 2026 presenterà una Roadmap 2030 sull’istruzione e le competenze digitali. Come ha ricordato Roxana Mînzatu, vicepresidente esecutiva per i Diritti sociali e le Competenze, oggi le competenze digitali sono essenziali per la vita quotidiana e per i lavori del domani: ascoltare le preoccupazioni dei cittadini è il primo passo per aiutare ogni europeo, dai bambini agli adulti, a svilupparle.

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