La Disney ha perso i diritti su Winnie the Pooh. Il celeberrimo personaggio, di cui tutti abbiamo letto o visto almeno una volta sullo schermo, compie novantacinque anni, diventando una figura di pubblico dominio facendo perdere i diritti commerciali. A stabilirlo è la Sonny Bono Copyright Term Extension Act, che nel 1998 prorogò il diritto di copyright da 75 a 95 anni. Fu soprannominata Mickey Mouse Protection Act proprio per le pressioni della multinazionale. Lo stesso è accaduto l’anno scorso per “Il grande Gatsby”, “Foglie Secche” di Aldous Huxley e “Il Velo Dipinto” di W. Somerset Maugham.
L’emendamento, che i più maliziosi lessero per l’appunto come un modo per garantire alla Disney i diritti commerciali fino al 2024 del suo primo film con Topolino protagonista, Steamboat Willie, non potrà fare altrettanto per i proventi derivanti dalla figura di Pooh e degli altri personaggi del Bosco dei Cento Acri. Fa eccezione Tigro, la tigre saltellante, introdotto in seguito e ancora sotto tutela. Winnie the Pooh ha rappresentato uno dei franchise più redditizi della storia, di cui il colosso dell’intrattenimento aveva rilevato i diritti da A. A. Milne nel 1961, dopo la sua morte, fruttandogli miliardi di incassi tra film, libri e merchandising.
Quello del decadimento dei diritti commerciali è un fenomeno che ogni anno falcidia i bilanci dell’editoria e del mondo dell’intrattenimento in generale, permettendo ad esempio di poter leggere liberamente su Google Books opere ritenute ormai di cultura generale. Scrittori e studi potranno dunque da ora utilizzare a loro piacimento la figura del celebre orsetto a una sola condizione, quella di non usare le modifiche introdotte successivamente ai personaggi, come ad esempio il maglione rosso indossato da Winnie.
La liberazione di Pooh, a dispetto di altre opere per cui è avvenuto altrettanto, sembra tuttavia aver suscitato enorme clamore tra il pubblico. “Tutti ricordano quando hanno letto un racconto per la prima volta o quando l’hanno letto ai propri figli”, ha riferito a tal proposito Jennifer Jenkins, professoressa presso il Center for the Study of the Public Domain della Duke University, descrivendo l’universo narrativo di Pooh come un mondo in cui animali e persone si comportano l’uno rispettosamente verso l’altro.